Mi sono resa conto di non aver mai raccontato tutto di me quando, in maniera casuale, ho stupito alcune delle persone alle quali sono più affezionata con dei racconti inaspettati. “Questa cosa non la sapevamo assolutamente!” mi hanno detto. E se all’inizio la reazione mi ha fatto sorridere, non ci è voluto molto tempo prima che iniziassi a rifletterci. E a chiedermi quanto, di me stessa e della mia vita, sia riuscita a tacere. O persino a smarrire, qualche volta, prima di trovare il coraggio di ricordarmi che quelle cose non meritavano il silenzio. Che c’erano state, ed è anche merito loro se la mia vita – per quanto tremendamente incasinata –  è ciò che è ora: un movimento costante, una continua ricerca e una sete implacabile di conoscenza e scoperta.

«Eppure gli uomini vanno ad ammirare le vette dei monti, le onde enormi del mare, le correnti amplissime dei fiumi, la circonferenza dell’oceano, le orbite degli astri, mentre trascurano se stessi».
Sant’Agostino

A volte ho taciuto, per la vergogna e per l’imbarazzo. A volte ho diluito le informazioni, in mezzo a un fiume di altre parole, perché non volevo essere diversa dagli altri. Perché il mio modo di vedere la vita, e le esperienze che facevo, a volte non erano capite. Forse era gelosia, forse era incomprensione… Ma anche oggi, quasi dieci anni dopo, a volte ho la sensazione che le cose non siano cambiate più di tanto, dagli anni del liceo. A volte mi sento ancora la pecora nera del gruppo, ma dalla mia ho la forza di una donna più adulta. Meno soggetta al pensiero degli altri, meno attaccata all’apparenza e convinta che, in fondo, sia il sentire l’unica cosa che conta davvero.

1. Ho studiato chitarra classica per 10 anni…

Ho iniziato a sette anni, quando Santa Lucia, la mattina del 13 dicembre, mi ha fatto trovare una chitarra classica ai piedi del divano. Dopo qualche anno con un’insegnante privata, e dopo aver raggiunto l’età minima, sono passata a un’accademia, dove ho studiato solfeggio e, ovviamente, il mio strumento. Una passione grande, ma che ho scelto di non rendere il mio percorso definitivo. Non mi sono voluta iscrivere al conservatorio e, una volta finito il liceo, ho messo la chitarra in un angolo. Dimenticandomi di quello che mi faceva provare.

Poi, un giorno, nella mia testa è scattato qualcosa. Ho riaperto il fodero, ho sostituito le vecchie corde ed è stato come se la mia bellissima Ibanez (regalo tanto agognato per i miei 13 anni)  fosse sempre stata lì ad aspettarmi.

2. … anche se la cosa che mi piace di più è cantare

Uno dei momenti più belli della giornata è quando mi siedo sul divano, nel silenzio della mia minuscola casa, e lascio fluire le tensioni fuori dalle dita e dalla gola. La musica è la panacea di tutti i miei mali.

La mia canzone preferita da suonare, magari con l’ukulele? Moon River di Henry Mancini. Ed è subito “Colazione da Tiffany”.

«Tu ti consideri uno spirito libero, un essere selvaggio e temi che qualcuno voglia rinchiuderti in una gabbia. E sai che ti dico? Che la gabbia te la sei già costruita con le tue mani ed è una gabbia dalla quale non uscirai, in qualunque parte del mondo tu cerchi di fuggire, perché non importa dove tu corra, finirai sempre per imbatterti in te stessa».

3. Sono astemia

Quando lo ammetto cerco di buttarla sul ridere, perché è una notizia che solitamente viene accolta con grande stupore (e forse anche un po’ di incomprensione). Ma lasciatemi raccontare la storia per intero, e capirete.

Nell’estate fra la terza e la quarta elementare mi trovavo in Scozia, insieme ai miei genitori. Un giorno, mentre nella cittadina in cui ci eravamo fermati andavano in scena gli Highlands Games, venni colta da una sete improvvisa, e quindi decisi di andare verso il tendone bar per chiedere un bicchiere d’acqua. Mia madre era insieme a me, ma per farle vedere quanto mi ero applicata con l’inglese, in quel primo anno di studio della lingua straniera a scuola, decisi che avrei fatto io l’ordinazione. Al mio timido water il ragazzo al bancone mi indicò un bicchiere già pronto davanti a me, dalla dimensione non sospetta e contenente un liquido trasparente. Lo buttai giù tutto, prima di accorgermi che era gin.

Il resto è storia, e il mio fegato, da allora, non vede più una goccia di alcool.

4. Insieme ai miei genitori ho viaggiato per l’Europa intera…

Questo non è un segreto, visto che lo racconto spesso. E se sono la persona che sono oggi, è solo merito loro.

 

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“In una famiglia nella quale si era sempre parlato di viaggio […], lasciare casa per qualche settimana era la cosa più naturale del mondo. Non lo era per i miei compagni di scuola durante l’infanzia e non lo sarebbe stato nemmeno durante l’adolescenza. Forse a straniare era solo il mezzo, o il fatto che fosse quello a permetterci di viaggiare, scoprire e vivere all’interno della realtà nella quale ci spostavano. Negli anni a venire, soprattutto una volta alle scuole superiori, mi sono resa conto che l’entusiasmo che mettevo nei miei racconti, una volta tornata a casa, era il chiaro segno di qualcosa che stava mettendo radici dentro di me […]”. Le parole affiorano lente, ma arrivano e solleticano le dita. @gialdini_bs . . . #stayandwander #mytravelgram #keepexploring #exploremore #travelcolorfully #discoverglobe #theGlobeWanderer #iamatraveler #adventurevisuals #searchwandercollect #ourplanetdaily #awesomeearth #beautifulmatters #dametraveler #wearetravelgirls #igtravel #instago #instagood #instapassport #instatravel #instatraveling #mytravelgram #tourism #tourist #travel #travelgram #traveling #travelingram #travelling #visiting

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5. … e a 17 anni avevo già preso due voli intercontinentali, da sola.

Sono stata negli Stati Uniti due volte ben prima di compiere 20 anni, senza i miei genitori. E il ricordo di quelle vacanze studio rimarrà per sempre nella mia memoria.

6. Ho sofferto di disturbi alimentari

Per tanto, tanto tempo, prima che riuscissi a capire che mi stavo rovinando la vita, e che tutta la sofferenza che mi stavo infliggendo, prima o poi, mi avrebbe distrutta. Ne sono uscita a 18 anni passati, con un corpo danneggiato irrimediabilmente, ed è stata dura. Il difficile percorso dell’accettazione di sé continua ancora oggi.

7. Scrivevo tanto, anche da ragazzina

Conservo ancora i taccuini che riempivo di storie, nella libreria vicino alla testata del letto, a Brescia. Scrivevo racconti, e per un periodo ho partecipato anche a diversi concorsi letterari, aggiudicandomi qualche riconoscimento. La soddisfazione più grande? Una premiazione in Campidoglio, a Roma.

8. Ero una ginnasta…

Ho praticato ginnastica artistica dai 6 ai 16 anni, prima nella Brixia (società nella quale è nata anche la mitica Vanessa Ferrari) e poi nella Leonessa. Uno sport straordinario, che ancora mi emoziona e reputo fra i più difficili ma meravigliosi al mondo.

9. … che avrebbe voluto fare la ballerina

Quando la mia ipermobilità, da bambina, si è fatta evidente, i miei genitori hanno pensato che la ginnastica artistica fosse lo sport adatto a me. E lo era davvero, perché mi ha forgiato, nella mente e nel corpo. Rendendomi fortissima, e insegnandomi il valore della costanza e della concentrazione. Anche se io avrei voluto tanto fare danza classica, probabilmente non consapevole che il mio corpo, così robusto ed esplosivo, non sarebbe stato adeguato.

10. Una rinvincita en pointe

Tanti anni dopo, e alla fine di un lungo percorso, ho pensato che non avesse senso vivere con il rimpianto. E così, a 25 anni suonati, mi sono iscritta a un corso di danza classica per adulti. Consapevole del fatto che si trattasse di un gioco, e che le particolari caratteristiche di ognuna di noi non sarebbero state sotto esame (come probabilmente lo sarebbero state da ragazzine), ho infilato body, gonnellino e scarpette e ho iniziato a muovermi a ritmo di musica. Accorgendomi che tutta la forza acquisita con anni di salti, parallele e equilibrismi su una trave mi avevano resa una ballerina instancabile. Forse non elegante e aggraziata, ma sicuramente fiera di ogni passo imparato.

 

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A volte penso che avrei voluto nascere con caratteristiche diverse. Se fossi nata diversa da come sono avrei avuto gambe lunghe e affusolate, per aiutarmi a marciare a testa alta. Avrei avuto una memoria di ferro, e avrei ricordato al primo colpo tutto quello che, nella realtà, mi sfugge, mentre avrei dimenticato facilmente quello che si imprime, quando potrebbe tranquillamente scivolare via. E invece sono nata così, con le gambe forti e i sogni leggeri. Mentre il cammino è fatto a passi di danza. _________________________________________________🇬🇧 I could have been a different version of me, but that’s the way I am: strong legs, and light dreams. While I dance through life. . . . #liveauthentic #exploretocreate #keepitwild #livefolk #artofvisuals #visualsoflife #liveoutdoors #ballet #ballerina #dancing #followthedream #beyourself #balletbeautiful #blackandwhite #blackandwhitephoto #neverstopexploring #neverstopdreaming #ForceForChange #beautifulmatters #beutifuldance #danza #classical #learningthegame #dancingballet #enpointe #traininghard #goexplore #limitsoff #fearnothing

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2 Comments

  • Ele Painderoute
    Posted 14 Marzo 2019

    Ari, mi sono emozionata. Il mondo virtuale è meraviglioso, ma tende sempre a farci pensare che le persone che ci piacciono e ammiriamo siano in fondo uguali a noi. Non è così, ogni persona ha un mondo dentro che secondo me è anche giusto rimanga accessibile solo a chi si merita la nostra confidenza. Sei una ragazza veramente talentuosa e anche senza aver mai saputo certe cose di te ti assicuro che si vedevano i risultati da fuori 🙂 un abbraccio fortissimo e a presto!

    • Arianna Lenzi
      Posted 14 Marzo 2019

      Grazie per aver capito. Sono io, ad essermi emozionata, ora 🧡 a presto!

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