Quando si viaggia su due ruote l’imprevisto, e l’avventura fuori dall’ordinario, sono sempre dietro l’angolo. Ne ho parlato anche settimana scorsa con Cristina Bacchetti, durante la bellissima diretta su Moto.it: a lei ho accennato qualcuno di questi episodi, emerso casualmente nel corso della conversazione. Nella realtà dei fatti, però, ne sono capitati molti di più: alcuni tragici e alcuni divertenti, sono certa possano strizzare l’occhio a molti di voi, che probabilmente in viaggio si sono trovati in situazioni simili. Curiosi, quindi, di scoprire le 15 cose incredibili capitate viaggiando in moto? Mettetevi comodi, perché ci sarà da ridere. Quasi sempre.
1. La doccia scintillante
Se allora fossi stata più organizzata avrei avuto la furbizia di prendere nota del nome dell’hotel, ma non l’ho fatto. Sfortunatamente non ho memoria nemmeno del nome della cittadina turca in cui si trovava, ma sono certa che il ricordo di quella notte lo porterò sempre con me. Raggiunto l’ultimo piano, carichi dell’abbigliamento da moto e dei bagagli, eravamo troppo stanchi per lamentarci della stanza che ci avevano dato, o per trovare un’altra soluzione. Di quell’hotel sgangherato ricordo la pittura azzurra scrostata alle pareti, il fatto di aver trovato un asciugamano sporco per terra, dietro la porta del bagno, e che per preservare una parvenza di igiene avevamo dormito dentro i nostri sacchi a pelo. Ma la parte migliore? La doccia, nel bagno, che non era chiusa né da tenda né da box. Che non era un problema in sé, se non fosse che tutte le luminarie del bagno avevano i fili elettrici esposti. Espostissimi. Non abbiamo fatto la doccia, per evitare di morire a migliaia di chilometri da casa, e siamo andati a dormire il prima possibile, evitando di continuare a guardarci intorno per non avere altre sorprese.
2. «Le cavallette!»
Di questo surreale episodio ho parlato durante l’intervista live, e non era la prima volta che lo citavo, perché è stato uno dei più eclatanti. Eravamo in Russia, nel bel mezzo del nulla, quando improvvisamente ci siamo ritrovati ad attraversare non uno, non due, ma ben tre sciami di piccole cavallette arancioni. Che è stata poi un’impresa riuscire a levare dalla moto, e di dosso, perché si erano spiaccicate ovunque.
3. Una disco night inaspettata
Visto che la Russia riesce sempre a riservare sorprese particolari, nella lista delle 15 cose incredibili capitate viaggiando in moto deve assolutamente rientrare anche questo episodio. Nel bel mezzo della traversata verso il nord del Mar Caspio, una notte ci siamo fermati in una località decisamente anonima. Ricordo che era già buio, e che abbiamo chiesto consiglio ai passanti. Varcata la porta di metallo che chiudeva l’edificio, abbiamo parcheggiato le moto e ci siamo ritrovati in un giardino decisamente curioso. Sul quale si affacciavano tutte le stanze, e nel quale troneggiavano i Sette Nani. Ritrovamento curioso, potremmo dire, ma mai come trovare una palla da discoteca al posto del lampadario, all’interno della stanza. Anche in quel caso abbiamo dormito nei sacchi a pelo, distesi sopra il copriletto.
4. Incontri ravvicinati del terzo tipo
Avevamo deciso di entrare a Pamukkale il giorno dopo, essendo già pomeriggio, così ci eravamo messi alla ricerca di un campeggio che ci ospitasse per la notte. Quello trovato lungo la strada era decisamente spartano, ma non ci importava: essendo sempre alla ricerca di soluzioni economiche, per rendere il viaggio il più sostenibile possibile, anche quel maneggio riconvertito a campeggio andava più che bene. Se non che, la mattina dopo, due animaletti hanno deciso di farci visita. Un topo si è infilato nella veranda della tenda e io, una volta arrivata in bagno, ho trovato un enorme scarafaggio nel mio beauty case. Che, con un urlo mostruoso, è stato scagliato dall’altro lato del bagno. Inutilmente direi, visto che l’insetto non ne voleva sapere di uscire dalla mia trousse, e ho dovuto armarmi di tutto il coraggio (che non avevo) per risolvere la questione una volta per tutte.

5. E incontri decisamente più piacevoli
Mi trovavo a Murghab, in Tajikistan, e chi ci è stato sa di cosa sto parlando. Si tratta di un piccolo centro abitato a 3.600 metri di quota, ma crocevia fondamentale lungo la Pamir Highway. Parliamo comunque del Tajikistan, e sebbene il turismo in Asia Centrale stia crescendo anno dopo anno, quante possibilità ci sono di incontrare un altro viaggiatore italiano in moto? Probabilmente poche, ma al destino piace beffarsi di noi. E nella stessa guesthouse dove mi sono fermata a dormire ho conosciuto Giulio Romito. Che in sella a Kiddo, la sua Transalp, stava partecipando al Mongol Rally.

6. Piegare un cerchio in Russia
Fra le 15 cose incredibili capitate viaggiando in moto, questa sarà sicuramente quella che dimenticherò più difficilmente. Ho raccontato spesso come le tantissime buche, durante il viaggio verso l’Asia Centrale, avessero messo a dura prova la mia CB500X. Quella che, però, ha piegato il cerchio, era più profonda e grandi di tutte le altre, ed è bastato un momento di cambio di luminosità per non rendermi conto che ci stavo proprio finendo dentro. Il racconto di quello che è venuto dopo è ormai storia, ma quando si viaggia bisogna essere consapevoli che potrebbe succedere un po’ di tutto. Disastri compresi.
7. Dormire ovunque
Quando si tratta di campeggio libero posso dire di averne viste praticamente di tutti i colori. Dalle spiagge della Grecia, sulle quali non sarebbe mai possibile dormire se non in bassa stagione, alla steppa uzbeka, ecco la mia personalissima top 3 di aneddoti legati al free camping:
- in Turchia, in un campo di grano. Al mattino ci siamo svegliati al rumore di un trattore, che sembrava passare vicinissimo a noi. In effetti era proprio vicino, ma non sembrava stupito di vederci. Il contadino ci ha salutato con la mano e con un sorriso smagliante, prima di continuare per la sua strada.
- in Uzbekistan abbiamo aperto gli occhi nel vedere delle strane ombre sulle pareti della tenda. Un po’ nel panico, anche sentendo i passi degli animali, abbiamo subito pensato al peggio. Ma è bastato lanciare un (circospettissimo) sguardo fuori dalla tenda per accorgerci che eravamo solo circondati da decine di mucche. Brucavano pacifiche attorno alla nostra casa in nylon e avevano un aspetto tutt’altro che minaccioso.
- ad Antisamos Beach, a Cefalonia, avevo trovato lo spot perfetto per fare campeggio libero, a due passi dal mare. Così perfetto che ci ho passato la prima, e l’ultima, notte sull’isola. Sentendomi dentro al film Il mandolino del Capitano Corelli.

8. …davvero ovunque
Soprattutto durante il viaggio in Asia Centrale ho schiacciato pisolini leggendari. E se molte notti venivano trascorse accampandosi nei luoghi meno probabili, le sieste non potevano essere da meno. Ho dormito su una sedia massaggiante in Turchia, su di una coperta stesa sul pavimento di un parcheggio in Russia, in un campeggio preso d’assalto dalle capre a Efeso…
9. Capire che non esiste il fallimento, solo il cambiamento
Non è stato immediato, scendere a patti con il fatto che il mio viaggio si sarebbe concluso in maniera totalmente diversa da come l’avevo immaginato. Ma l’ho fatto, e lasciare la mia moto prima del tempo, esplorando il Tajikistan a piedi, si è rivelata davvero la soluzione migliore. In quelle ultime 3 settimane ho avuto modo di vivere un viaggio nel viaggio, e nonostante tutto ne conserverò sempre un ricordo speciale. Sono tornata a casa più adulta, più consapevole, e con una dettagliatissima guida di viaggio all’esplorazione della Pamir Highway.
Puoi leggerla qui.
10. Prendere una multa in Bosnia, e non vederla mai arrivare
Ricordo benissimo quel giorno: avevo deciso di andare a rendere omaggio alle vittime dell’eccidio di Gornji Vakuf, percorrendo la Strada dei Diamanti. Partendo da Zavidovići, armata solo di una cartina, sono scesa verso sud-ovest. Travnik, e poi ancora giù, fino a raggiungere quella terribile strada bianca fra le montagne in cui avevano perso la vita i tre volontari italiani. Sulla strada del ritorno, però, devo essermi persa, e mi sono ritrovata a tornare verso Zavidovići che era già calata la sera. Stavo percorrendo una strada di montagna, cercando di ritrovare l’orientamento, quando ho visto un lampo dietro di me. Probabilmente un autovelox, che aveva immortalato un raro momento in cui avevo dato del gas, perché l’ADL Zavidovići Onlus mi aspettava per l’ora di cena e io ero in tremendo ritardo. Ho tenuto controllata la cassetta della posta, ma quella multa bosniaca non è mai arrivata.
11. Una stanza piena di italiani
Accennavo, qualche riga sopra, a come l’Asia Centrale stia diventando sempre più meta turistica, anche per gli italiani. E, se non ne avevo avuto abbastanza conferma nelle settimane prima, quando sono arrivata a Bishkek sono riuscita persino a trovarmi in una camerata di ostello da 4, in 4 italiani.
12. Finire in ospedale per disidratazione
Dalla Turchia in poi la temperatura, durante il giorno, non scendeva mai sotto i 35/40°, e sicuramente l’abbigliamento da moto non aiuta nella termoregolazione. Il resto è stato colpa mia: ho passato giornate senza bere abbastanza, e i risultati non sono tardati ad arrivare. Complice anche una lieve intossicazione alimentare, sono finita in ospedale fortemente disidratata. Ci ho messo due giorni per riprendermi, da allora ho capito quanto sia importante prendermi cura di me stessa, e viaggio con uno zaino dotato di sacca Hydrapak.

13. Trovare una famiglia, ovunque nel mondo
La mia traversata in nave verso Cefalonia non è stata delle più fortunate: ho dovuto aspettare due giorni, infatti, prima che un traghetto decidesse di lasciare il porto di Astakos. Il mare era mosso, le nuvole nere e basse. Fortunatamente avevo trovato una stanza molto confortevole nella quale stare, chiedendo al ristorante nel quale mi ero fermata non appena arrivata in paese. C’era una grande famiglia, al tavolo accanto al mio, che si è rivelata essere proprietaria di una struttura ricettiva: mi hanno fatto un prezzo di favore per quelle due notti, finché non sono partita per Cefalonia. Portandomi fuori a bere il caffé, e invitandomi più di una volta a mangiare con loro. Al ritorno mi hanno ospitata gratuitamente, come se fossi una vecchia amica di passaggio in città.
14. Affidare la moto a un completo sconosciuto
Quando, sulla strada per Theth, sono scivolata su un ramo e sembrava che il manubrio della CRF fosse andato fuori asse, in mio aiuto sono venuti padre e figlio. Della incredibile avventura che è susseguita ve ne avevo parlato anche qui, e oggi non posso che confermare tutto quanto. Il viaggio ci aiuta ad avere fiducia nel prossimo, ad aprire il cuore e ad affidarci. Credo che questa sia la più importante lezione appresa grazie alle cose incredibili capitate viaggiando in moto.
15. Esplorare il Peloponneso con Patahoma Guide Offroad Moto Tours
Durante la mia esperienza di Workaway a Chrani ho avuto la fortuna di passare una domenica insieme a Iordanis, che gestisce una fantastica scuola di guida offroad, che organizza anche dei tour guidati in varie zone del Peloponneso. Con lui ho percorso un super itinerario di 170 chilometri, di cui buona parte in fuoristrada, che avevo tracciato totalmente e che è possibile scaricare come traccia GPX. Un’esperienza fantastica, e che consiglio a tutti gli amanti del fuoristrada che dovessero capitare da quelle parti.

Ora passo la parola a voi: quali sono le cose incredibili capitate viaggiando in moto?