Lavorava all’interno della redazione di un giornale torinese, Andrea Fucile, quando ho deciso di intraprendere la prima, vera, avventura. Aveva detto che si sarebbe assentato una settimana, invece è saltato in sella alla sua bicicletta e ha raggiunto Istanbul solo 56 giorni dopo. Un’esperienza straordinaria, che ha messo in prospettiva molte cose e gli ha fatto capire di volere di più.

«Sono tornato a casa da questo viaggio con una nuova consapevolezza: avevo capito che i miei racconti non potevano essere confinati solo all’interno di un articolo, e che avevo davvero bisogno di spazi diversi – racconta -. Così ho scritto il mio primo libro, “Girovaga(bo)ndo”, che grazie a una rete di conoscenze, amicizie e rapporti che avevo stretto nel tempo, ho avuto modo di presentare in tutta Italia. Scegliere la via dell’autopubblicazione è stato un salto nel vuoto, perché tutto il lavoro ricadeva sulle mie spalle. Non avevo una casa editrice ad occuparsi della promozione del mio testo, non avevo supporti, ma è stata una scelta consapevole. Lavorando nel mondo dell’editoria sapevo cosa significava scegliere un percorso piuttosto che un’altro, quindi ho valutato con attenzione le opzioni a mia disposizione e poi mi sono buttato. E non me ne sono mai pentito».

Dalla bicicletta alla Vespa

Originario di Calopezzati, in provincia di Cosenza, Andrea Fucile acquista la propria Vespa PK50 nel giugno del 2017 proprio con lo scopo di girarci il Bel Paese e promuovere la sua prima opera. Non sapeva nulla di meccanica, ma era sicuro che avrebbe imparato man mano, chilometro dopo chilometro.

E che si sarebbe rifatto di tutto il tempo in cui, da giovanissimo, non era stato interessato a viaggiare.

«Con la mia Vespa del 1988 ho girato tutta Italia, in 50 tappe e 3400 chilometri – continua -. Un’esperienza bellissima, che mi ha permesso di entrare in contatto con moltissimi Vespa Club. Basti pensare che solo nella tappa di Brescia sono riuscito a far riunire cinque Vespa Club della zona, e almeno 80 partecipanti. Questa grande curiosità che ruota attorno al mondo del viaggio avventuroso in sella ad un piccolo mezzo mi ha permesso di vendere moltissimi libri e, soprattutto, di raccogliere materiale, storie e aneddoti per il secondo».

“50 PK: Giro d’Italia in Vespa” è uscito a inizio 2018 ed è stato anch’esso un successo. Un successo che ha permesso ad Andrea di cominciare a nutrire sogni sempre più ambiziosi, come quello di un giro d’Europa lento, da est a ovest.

«Per organizzare e rendere sostenibile un viaggio del genere era evidentemente necessario trovare qualcuno che mi sostenesse, anche finanziariamente – ha fatto presente Andrea, sollevando una questione reale, che interessa e riguarda praticamente tutti i viaggiatori che intraprendono avventure simili -. Così mi sono impegnato per far conoscere il mio progetto a quante più realtà possibili, e molte hanno deciso di scommettere su di me. Viviamo in un’epoca nella quale i social, e le storie raccontate, valgono molto di più di pubblicità radiofoniche o grandi manifesti: tante aziende l’hanno capito, e hanno cominciato a muoversi in questa direzione. Consapevoli che il web ha una voce importante, ed è in grado di generare grande ritorno. Anche economico».

La cosa straordinaria è che persino i follower di Andrea Fucile hanno versato del denaro, per sostenerlo in questa nuova avventura. Una sorta di crowdfunding spontaneo, insomma, che gli ha fatto capire di essere sulla strada giusta.

«Le persone hanno iniziato a scrivermi, dicendo che trovano straordinario quello che faccio, e che vogliono sostenermi nei limiti delle loro possibilità – ha raccontato, ancora stupito -. Donazione dopo donazione, ho raccolto 400 euro. Una cifra davvero significativa, perché viene dalle persone che mi sostengono ogni giorno, e che ogni giorno seguono la mia avventura».

Prima della partenza Andrea aveva fatto un po’ di conti, tenendo presente quanto consuma il suo mezzo e quello di cui avrebbe potuto aver bisogno strada facendo.

«Sapevo che avrei potuto esplorare l’Europa, per questi 90 giorni, con massimo 2.000 euro – ha concluso -. Una cifra che potrà sembrare irrisoria, ma che invece, solo grazie ai contatti, e alle persone che hanno deciso di ospitarmi lungo il percorso, si è rivelata più che sufficiente. A queste persone, quindi, sarò sempre grato per il sostegno e la presenza».

Un book-tour in grande stile

Ci sono voluti 4 mesi d’intenso lavoro per scrivere “Girovaga(bo)ndo”, e altrettanti sono stati necessari per portare la sua opera in giro per l’Italia. Tempistiche serratissime, ma che ha ripetuto, poi, anche per il secondo libro.

«Ho organizzato 105 presentazioni per il primo libro, e 115 per il secondo, con una media di una presentazione ogni 2-3 giorni. Ci è voluta una notevole organizzazione, ma soprattutto voglia di fare, e di condividere la mia storia».

Dalla scrittura ai video

ll sogno nel cassetto di Andrea Fucile non è cambiato da quando era piccolo. Se la professione giornalistica è stato un primo, importante, approccio, sono però stati proprio i viaggi avventurosi fatti a fargli capire verso che direzione andare.

«Vorrei fare l’inviato, trovarmi in un luogo e avere l’occasione di raccontare tutto quello che accade. Non per un quotidiano o un magazine, ma per un programma TV. Una passione che cerco di mettere a frutto ogni giorno, riprendendo ciò che mi accade e creando video che, ogni domenica, pubblico sulle mie pagine social».

La scelta del mezzo non è stata casuale

Se il crearsi una vita nomade, e renderla sostenibile, richiede ottime capacità organizzative, per Andrea Fucile è stato lo stesso anche nel caso della scelta del mezzo.

«Non avendo la patente A, necessaria per la guida della motocicletta, ho dovuto pensare bene per che cosa optare. La scelta della Vespa 125 sarebbe stata la più scontata, ma informandomi ho scoperto che non in tutti i Paesi europei sarebbe stato possibile guidarla con la patente B dell’auto, come invece si può fare in Italia. In Germania e in Norvegia, ad esempio, sarebbe stato vietato… E poi ci si è messo di mezzo il destino, perché proprio a pochi chilometri da casa mia avevano messo in vendita questa Vespa. Mi è bastata una telefonata, un accordo ed è diventata mia».

E non si è ancora pentito dell’acquisto, Andrea Fucile, che non riesce ad immaginare altri viaggi su due ruote se non in sella alla Vespa, e che difficilmente sostituirebbe con altro.

«Potrei anche star facendo il giro del mondo, ma ho realizzato che la mia media massima giornaliera si attesta sui 230 chilometri – ha aggiunto -. Quindi non mi serve un mezzo potente, perché ciò che conta è lo spirito con il quale viaggio. E lo spirito è lento, interessato a godersi il mentre, i luoghi e le persone».

Il viaggio dilata il tempo, e le emozioni

Ad ora, all’interno della sua personalissima hit-parade europea, il Paese che si aggiudica il gradino più alto del podio è la Norvegia.

«Ma ogni luogo mi sta regalando tanto. Sto vivendo così tante emozioni, in questo periodo, che mi sembra di parlare di luoghi esplorati anni fa, quando invece sono passate solo poche settimane o pochi giorni. A renderli speciali sono sopratutto le persone che mi hanno accolto, e continuano a farlo. C’è chi mi apre la porta di casa, chi organizza incontri mobilitando decine di persone. Chi mi fornisce, senza che glielo abbia chiesto, tutto quello di cui potrei avere bisogno, o mi aiuta a mettere mano al mezzo quando ho bisogno di fare dei lavori. Mi hanno regalato una scorta di olio, due nuovi treni di gomme, alcuni ricambi… e gli sponsor tecnici mi hanno equipaggiato con materiale da campeggio e qualche capo tecnico per il viaggio. Tutte cose utili, e che contribuiscono a rendere il mio viaggio sempre più sostenibile. Permettendomi di investire quello che non ho dovuto spendere per l’acquisto di materiale in chilometri in più, in più tempo da vivere».

Gli unici problemi incontrati da Andrea Fucile durante il suo viaggio attraverso il Vecchio Continente? Al carburatore, per via di benzina non sempre troppo pulita. Ma in circa 30 minuti ha saputo rimediare, e rimettersi in marcia.

«Ho anche forato un paio di volte, ma si sa che è un imprevisto che, in un viaggio così lungo, non può non capitare, prima o poi».

«Vivere viaggiando, e coltivando le proprie passioni, è il sogno di molti. Io ci sono riuscito, e voglio trarne tutto il bello che c’è finché ne ho la possibilità. Fino a quando sarà la cosa giusta per me, racconterò cosa significa esplorare il mondo. Non finendo mai di stupirmi per la sua bellezza, e per le persone straordinarie che lo popolano»

Vuoi continuare a seguire l’avventura di Andrea? Puoi farlo dalla sua pagina Facebook, sulla quale pubblica quotidianamente nuovi aggiornamenti e, una volta a settimana, un nuovo video!

 



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