Quando è partita lei, nel 2009, di donne che esploravano il mondo in solitaria – soprattutto se su due ruote – non ce n’erano ancora. O per lo meno erano poche, pochissime, con tutto quello che questa realtà comportava. Quando Miriam Orlandi ha detto «IoParto!» solo qualcuno l’ha presa sul serio. Altri l’hanno derisa, hanno scommesso sul suo fallimento, e ci è voluto del tempo prima capissero quanto si stavano sbagliando.

Lei ha impiegato 23 mesi per percorrere i 52mila chilometri che, con molte, moltissime deviazioni, conducono dall’America Latina all’Alaska. Vivendo quest’esperienza a cuore aperto, mettendosi in gioco e dimostrando a se stessa (prima ancora che alle persone che non riponevano fiducia in lei) quanto sia fondamentale, nella vita, essere coraggiosi e disposti a esserci, veramente.

Questa è la sua storia, e quello che racconta nel suo meraviglioso libro intitolato proprio “IoParto”.

IoParto
«Sola, con la mia moto» ha detto Miriam. E così ha fatto.

Recensione del libro “IoParto” di Miriam Orlandi

Quando si parla di letteratura di viaggio su due ruote, “IoParto” è uno dei primi libri che mi viene in mente. Perché la verità è che, soprattutto nel panorama italiano, sono pochi i testi in grado di dipingere con la stessa vividezza la realtà del viaggio in motocicletta. Con le sue glorie, le sue bellezze, ma anche le sue immense difficoltà.

«Mi lascio andare allo sconforto, mi metto in ginocchio e piango; non reggo la tensione. Piango come una disperata aggrappata alla mia moto e mi chiedo perché: mi chiedo cosa ho fatto di male per meritarmi questo; mi chiedo perché la vita mi sta punendo; mi chiedo perché solo gli stronzi devono sempre vincere nella vita. Ancora una volta voi che pensate che non ce la farò mai, state ridendo nei miei pensieri e vi beffate di me».

Perché la realtà è questa, soprattutto quando ci si avventura per il mondo da soli: è anche fatica e momenti in cui si è tristi, e ci si interroga. Prima che tutto torni ad andare bene, e il viaggio ad assumere colori più leggeri.

Partita da Buenos Aires Miriam si è trovata ad essere esageratamente in anticipo per scendere subito verso la Terra del Fuoco: così ha fatto un piccolo detour, di circa 2mila chilometri, e ha risalito l’Argentina (passando prima per Uruguay e Brasile) fino alle Cascate di Iguazu.

Questa è stata solo la prima tappa di un’avventura meravigliosa, costellata sì da svariati  problemi tecnici alla moto, ma soprattutto da incontri che lasciano il segno. Perché è questo lo spirito con il quale viaggia Miriam: capire, conoscere, condividere. E poi crescere, nel momento in cui ci si mette a disposizione degli altri, con il cuore aperto. Quegli altri che sono sempre così presenti, anche quando si viaggia da soli.

«Da soli, però, la gioia termina in fretta, si esaurisce perché si espande e non incontra nulla contro cui rimbalzare, proprio come i suoni in questa distesa infinita: anche il più bel suono, senza una cassa di risonanza, diventa inutile e svanisce in fretta».

IoParto
«Ci sono solo un bambino che mi sta riparando il copertone e una bambina che vuole giocare con me».

Miriam parla di solitudine anche in questa bellissima intervista fattale da Licia Colò, durante una puntata di “Alle falde del Kilimangiaro”. Così come parla della gentilezza delle persone che, proprio perché da sola, tante volte hanno aperto le porte delle proprie case e della propria vita.

«In ogni luogo dove c’è un pericolo c’è sempre qualcuno disposto ad aiutarti. Sembra che sia una naturale legge di compensazione, o forse è solo una legge di sopravvivenza. Come la coca cresce in altura, dove l’uomo ne ha bisogno per poter lavorare, così anche i buoni spuntano dove ci sono maggiori pericoli».

«In Ecuador una signora mi ha offerto un uovo sodo, e per me è stato l’uovo sodo più buono del mondo»

Miriam Orlandi, che di professione è fisioterapista e osteopata, durante il suo viaggio durato quasi due anni ha messo a disposizione le proprie capacità e le proprie conoscenze. Prestando il proprio contributo alle persone che potevano averne bisogno, creando uno scambio virtuoso. Che non si è limitato solo alle sue capacità strettamente professionali, ma che è andato oltre: sono infinite le volte, infatti, in cui Miriam ha cucinato piatti tipici italiani per le persone che la ospitavano. Diffondendo cultura e convivialità, e instaurando rapporti speciali non solo con gli altri viaggiatori che incrociava lungo il percorso, ma soprattutto con le persone del luogo che si trovava ad esplorare.

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Anche al Perito Moreno Miriam stupisce tutti, preparando uno squisito risotto ai funghi.

«Non ho mai avuto paura di morire, ma di non vivere o di sopravvivere sì, tanta paura».

Consiglio a chiunque di leggere questo libro (che rientra, infatti, nel mio elenco delle 10 cose da fare se non puoi andare in moto). E poi di trarne tutto il bello che c’è: dalla forza all’autodeterminazione, dal potere della condivisione alla generosità. Non ve ne pentirete.

IoParto

Caratteristiche e info tecniche

Pagine: 336

Rilegatura: brossura fresata

Autore: Miriam Orlandi

Prezzo: 18€ la versione cartacea, disponibile anche la versione ebook

Come ordinarlo: contattando l’autrice via mail, all’indirizzo ioparto.miriam@gmail.com

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La cover del libro “IoParto” di Miriam Orlandi

« […] Nelle sue parole riconosco la speranza che noi viaggiatori abbiamo, di riuscire a far nascere una scintilla nei cuori di chi incontriamo: la scintilla che spinge a conoscere, capire, comprendere, che anima anche il mio spirito errante».

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