Di essere diventato grande ti accorgi nei momenti in cui ti credi il silenzio. Negli attimi in cui, con la mente, proietti un’immagine e ti rendi conto che quello che hai visto non ha acceso emozioni, ma solo distaccata accettazione di quello che è stato.

Quando guardi al passato per sbaglio, e ti rendi conto di non provare dolore, nostalgia, e soprattutto quando ti rendi conto di non avere nemmeno più domande da porti… Credo sia quello il momento della realizzazione.

Diventare grandi, per me, vuole dire essere emotivamente più consapevoli, più lucidamente decisi, e lasciare che il cuore si faccia ingombrare solo dai progetti, dalla serenità e dalle scelte.

Perché sono fermamente convinta che sia la capacità di scegliere, e di muoverci verso una direzione, il vero motore dei nostri giorni.

E credo che sia schierarsi di petto, nella razionale consapevolezza di quello che proviamo, l’unica soluzione per sentirci padroni di quello che portiamo avanti nella nostra vita.

Quando ci chiudiamo dei capitoli alle spalle, e i passi si fanno decisi verso un’altra direzione, la parte più difficile è riuscire a far galleggiare il pensiero, rendendo il ricordo una nuvola lontana. Che non ci sfiora con dolore, ma se lo fa è solo per farci capire quanto quei passi in avanti siano stati decisivi. Quando lo fa è un tocco impalpabile, e il cuore non sussulta.

Sono diventata grande aprendo solchi, con il dolore e le domande. Con la pazienza di credere, con la perseveranza dell’impegno, con la generosità. E con la capacità di ripensare a tutto l’amore donato, ma senza pentirmene.

Affacciarmi in maniera inaspettata al passato mi ha fatto sentire nel posto giusto, e nel momento più giusto. Mi ha fatto sentire consapevole del viaggio fatto fino ad ora, e non solo in senso fisico e geografico.

Perché il viaggio più straordinario è quello della mente che cura se stessa, e si fa una corazza fatta di nuova dolcezza pronta a sbocciare.

Il dono più straordinario del crescere è, finalmente, vedere la verità. E la verità, nella vita adulta, è esserci davvero. È non rimandare, è il desiderare il qui e l’ora, in una prospettiva di condivisione che è anche fatta, a volte, di solitudine e autonomia. Crescere qui e ora è un sentiero che è bello scegliere, perché ora ha senso solo chiedere di restare, di non posticipare a data da destinarsi.

Il passato che tergiversa doveva essere passato. E non fa più male.

L’oggi, e il domani, si nutrono di volontà e presenza.

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