Quando ho deciso di intraprendere la mia avventura in giro per l’Europa, zaino in spalla, sapevo che le due ruote, almeno per qualche settimana, me le sarei lasciate alle spalle. In realtà, però, le cose non sono andate così, perché sebbene la mia CRF250L si trovasse in garage, in Italia, durante la permanenza in Germania ho trovato modo di sentirmi ancora vicina al mondo delle motociclette. Decidendo di vivere 24 ore in Vespa a Berlino, e poi esplorando il Berliner DDR Motorrad Museum.
Situato a due passi da Alexanderplatz, ad un primo sguardo lo spazio espositivo potrebbe sembrare piuttosto piccolo: non è così, ma serve varcare la soglia per scoprirlo. Costruito su due livelli, ha una superficie che supera i 1000 metri quadri e oltre un centinaio di mezzi esposti.
Informazioni utili
Indirizzo: Rochstraße 14/C (zona Mitte)
aperto dal mercoledì al sabato dalle ore 10 alle 19, dalle 11 alle 19 la domenica
Chiusura settimanale: lunedì e martedì
Chiusure per festività: il 24 e il 25 dicembre. Il 31 dicembre, se non cade nei giorni di chiusura settimanali, il museo rimane aperto dalle 10 alle 17
Prezzo del biglietto: 6,50€ + 1€ per scattare fotografie all’interno dello spazio museale
Le motociclette durante il periodo della DDR
Nonostante fosse chiusa in un ferreo isolamento politico ed economico, la Germania dell’est poteva contare su di un forte comparto industriale. Basato sul funzionamento e il successo di aziende storiche e che, in alcuni casi, sono arrivate anche ai giorni nostri.
MZ
Il caso più celebre è quello della MZ, costola della più antica DKW fondata nel 1907 dall’ingegnere olandese Jörgen Rasmussen che, già nel 1928, arrivava a vendere 40mila moto all’anno. Nel 1950 la fabbrica di Zschopau lancia la RT125 (che sarà prodotta fino al 1962). Di questo modello di due ruote, da 123cc e 4,75 cavalli, si venderanno 310.800 esemplari, al prezzo di 1680 marchi l’uno.
Ma il vero successo sarà il modello ES150, del quale sono stati venduti 900.000 esemplari, facendogli guadagnare il titolo di moto tedesca più prodotta fino ad oggi.
Nel 1970 il modello ETS250 Trophy Sport farà raggiungere a MZ il primo milione di esemplari venduti, e nel 1983 il modello ETZ250 il secondo milione. Un successo che, però, durerà ancora pochi anni: nel 1992 la produzione dei motori a due tempi si arresta, e il brand viene venduto alla Turchia.
IWL
Nel 1952 una compagnia dal nome Volkseigene Industriewerke Ludwigsfelde si stabilisce nei vecchi spazi di un’azienda che produceva motori per aerei. A Ludwigsfelde, a 15 chilometri a sud di Berlino, la IWL produceva liners per aerei sovietici e macchine agricole. Fino al momento in cui, per il desiderio di sfruttare la produzione al meglio, non iniziarono a produrre anche scooter a due posti. Era il 1953, ma la catena cominciò a funzionare realmente solo nel 1955, con il lancio del modello PITTY.
Costruito attorno al motore del modello RT125 (IFA/MZ), anche iniezione, manubrio e luci venivano da lì. Con un motore da 123cc, e 5 cavalli di potenza, restò leader imbattuto fino al 1956, quando uscì il modello WIESEL. Il motore era leggermente migliorato, il peso diminuito e la potenza aumentata a 5,5 cavalli.
Nel 1959 il modello BERLINO, da 143cc e 7,5 cavalli, veniva venduto per 2300 marchi e poteva raggiungere gli 82 chilometri orari. Ne furono costruiti 114.000 pezzi fino al 1962, quando il modello TROLL lo rimpiazzò. Con un motore dagli stessi centimetri cubi, ma 9,5 cavalli, fu in commercio fino al 1964, quando la linea di produzione degli scooter si arrestò.
SIMSON
La storia di Simson è antica e molto articolata, perché prende il via nella metà del XIX secolo. Era il 1856 e a Suhl, in Turingia, si producevano soprattutto armi da caccia e pistole. Ci vollero ancora circa quarant’anni perché una parte della produzione cambiasse completamente settore merceologico: alla fine del 1800 l’azienda iniziò a fabbricare biciclette con pneumatici, e nei primi anni del ‘900 auto a quattro cilindri, con un sistema di raffreddamento ad acqua.
La prima moto, però, arriverà solo nel 1936: era una BSW98 (da 98cc) e venne prodotta per qualche anno, fino a quando la SMA (la Soviet Military Administration) non ordinò la costruzione di una motocicletta che avesse queste particolari caratteristiche: 250cc, 4 tempi e una trasmissione a cardano.
Il modello AWO425 venne presentato nel luglio del 1949, in risposta a questa richiesta, e fra il 1950 e il 1960 il successivo modello AWO425T venne prodotto in 140.000 esemplari. La modifica successiva, l’AWO425S, vendette 85.000 esemplari fino al 1961.
Nel frattempo, e a partire dal 1955, la Simson aveva iniziato a produrre anche piccole moto: il moped SR1 costava 960 marchi, e poteva contare su di un motore da 1,5 cavalli.
Fra il 1955 e il 1990 sono stati prodotti a Suhl più di 5 milioni di diversi tipi di moto.
Una fortuna che non ha conosciuto rivali fino al giugno del 2002, quando l’azienda ha dichiarato bancarotta e ha dovuto chiudere i battenti, una volta per tutte.